Prosegue la rubrica di informazione e servizio per le famiglie, sul tema psicologia a misura di bambino, curata dalla dottoressa Manuela Arenella, psicologa psicoterapeuta, specializzata in psicoterapia dell’infanzia e dell’adolescenza. Risponderà alle vostre domande e sollecitazioni (potete utilizzare l’indirizzo mail: info@bimbiarimini.it), come in questo caso, dove una mamma è preoccupata per la sua bambina di 8 anni che non accetta di aver “perso” l’amica del cuore dai tempi dell’asilo
DOMANDA
Mia figlia ha 8 anni, e sono preoccupata perché ha perso “l’amica del cuore”. Lei e la sua amica, infatti, erano insieme dall’asilo, e poi dopo anche alle scuole elementari sono state ancora per molto insieme, ma da un po’ di tempo la sua amica passa più tempo con le altre bambine, cosa che a mia figlia non piace. Non so come spiegare alla bambina, che è molto sensibile e non prende la situazione bene, che non è successo niente di grave, anche se questo è invece qualcosa di grave per lei…
RISPONDE DOTT.SSA MANUELA ARENELLA
Nella fascia d’età che va dai 6 ai 10 anni il bambino, pur mantenendo come nucleo centrale della sua vita affettiva la famiglia, si apre maggiormente all’esterno e sviluppa e affina la sua capacità di entrare in relazione con i coetanei.
La relazione paritaria che si sviluppa permette al bambino di rendersi conto e migliorare alcuni aspetti del suo carattere che possono essere di ostacolo al rapporto con gli altri, seppur sempre tollerati dai genitori: l’eccessiva possessività (frequente nei figli unici), la timidezza o gli eccessi di aggressività.
Nelle prime amicizie ci sono grandi gioie ma anche grandi dolori. E’ naturale, ad esempio, che un bambino soffra terribilmente quando si sente “tradito”: l’amicizia è un patto tacito di fiducia e complicità reciproca, e quando non viene mantenuto è un po’ come essere colpiti alle spalle. Tuttavia la maggior parte dei bambini supera in fretta il dolore e si fa dei nuovi amici, non perché siano superficiali o volubili, ma perché sono capaci di adattarsi alla regola fondamentale dell’amicizia: la libertà.
Siccome è un legame che si instaura liberamente, altrettanto liberamente può essere sciolto, si può scegliere di essere o no amici, senza obblighi né costrizioni.
Per alcuni bambini, però, non è facile adattarsi a questa libertà di sentimenti che, assieme alla possibilità di essere scelti, prevede anche quella di essere rifiutati.
I bimbi che soffrono di più sono quelli che in generale fanno fatica a tollerare un rifiuto, e quindi rivelano alcuni aspetti di fragilità rispetto al poter superare l’egocentrismo infantile, per cui conta quello che vogliono loro e faticano a vedere le esigenze degli altri.
Di solito, però, è proprio l’esperienza di sofferenza nel rapporto con i coetanei che li aiuta a maturare; ci si rende conto a poco a poco che è importante tollerare la ferita di un rifiuto e tener conto dei sentimenti degli altri.
Attraverso l’amicizia un bambino impara cosa rende stabile una relazione, cosa ci si può aspettare dagli altri e cosa si può dare. Impara a diventare una persona in mezzo ad altre persone.
In questo percorso i genitori devono innanzitutto tollerare che il proprio bambino incontri questo tipo di sofferenza, trasmettergli che è una sofferenza che passa, che anzi può aiutarci a capire qualcosa in più di noi e di quello che vogliamo da un amico.
Aiutiamoli a riflettere sul fatto che RICEVERE un rifiuto non significa ESSERE un rifiuto; che è naturale che certi legami finiscano, ma perché ostinarci a volere chi non ci vuole, invece di aprirci alla possibilità di incontrare nuovi legami?
Queste delusioni fanno comunque parte del percorso di crescita e dell’incontro con la realtà, che ha anche aspetti faticosi. Ma così come i legami con i coetanei sono un porto sicuro in cui il bambino può rifugiarsi quando qualcosa non va in famiglia, allo stesso modo la famiglia costituisce un aiuto e un sostegno quando qualcosa non va fuori di casa!
MANUELA ARENELLA, psicologa psicoterapeuta, specializzata in psicoterapia dell’infanzia e dell’adolescenza a Bologna, già da alcuni anni tiene corsi di formazione per educatori di asili nido e scuole e personale docente, ma anche per genitori, in varie località della Romagna e anche a San Marino.
Svolge attività libero-professionale presso proprio studio a Bellaria (via Conti 37) e a Bologna. Ha rapporti di collaborazione consolidati con i Servizi Educativi di San Marino e con il Centro per le Famiglie di Rimini, organizzando serate a tema per i genitori su diverse tematiche, in particolare sui bisogni dei bambini, le relazioni interfamiliari e il valore delle regole.