Ancora un prezioso contributo sul tema psicologia a misura di bambino, a cura della dottoressa Manuela Arenella, psicologa psicoterapeuta, specializzata in psicologia dell’infanzia e dell’adolescenza. Risponde alle vostre richieste e sollecitazioni (potete utilizzare l’indirizzo mail info@bimbiarimini.it), stavolta a una mamma molto preoccupata perché il figlio di 7 anni solo a scuola ha problemi di comportamento, con improvvise esplosioni
DOMANDA
Buongiorno, sono la mamma di un bimbo di 7 anni che frequenta la prima elementare e a scuola ha problemi di comportamento. Al di fuori della scuola, rispetta tranquillamente le regole, nel basket, al CRE, a casa, ma a scuola alterna momenti tranquilli dove lavora bene, partecipa e sembrerebbe non avere alcun problema di apprendimento, ha bei voti. È un bimbo molto sveglio e intelligente, è vivace ma bravo. Ma a scuola le maestre sono disperate, non sanno più come gestirlo, hanno provato a mandarlo fuori dalla classe per farlo tranquillizzare e anche per poter fare lezione… Quando rientra in classe a volte è sereno, a volte ancora nervoso (in certi casi si alza senza motivo e scrive alla lavagna, parla ad alta voce, a volte si comporta da bimbo infantile). Alterna momenti tranquilli a momenti così, il problema è che qualche volta si è permesso di tirare i capelli di una sua compagna, una volta ha tirato in faccia l’astuccio a un’altra compagna dopo una mattinata a scuola tranquilla. Ogni 15 giorni abbiamo stabilito un incontro con le maestre che ci fanno un resoconto. Ci siamo rivolti a una psicologa del consultorio ASL che, senza vedere nostro figlio e dopo aver avuto un colloquio con noi genitori, successivamente consiglia di scrivere delle regole da dire al bimbo con la nostra presenza, delle maestre e della dirigente scolastica. A me sembra una cosa non giusta, non perché voglia difendere mio figlio ma penso che il problema possa essere legato non al non riconoscimento delle regole a scuola, ma a un problema di attenzione o simile che nemmeno lui sa… Le chiedo un consiglio, sono davvero molto preoccupata e sono dell’idea che mio figlio debba essere visto da una psicologa che si occupa dei disturbi dell’attenzione e simili. La ringrazio anticipatamente per la sua risposta. L.
RISPONDE DOTT.SSA MANUELA ARENELLA
Gentile L., se un bimbo ha problemi di attenzione, questi si evidenziano anche in altri ambiti, come l’attività sportiva, che comunque richiede il rispetto delle regole e la capacità di stare attenti alle spiegazioni per portare avanti il gioco in modo corretto.
Sicuramente la scuola è un ambito di prestazione che attiva diverse ansie e tensioni, che talvolta vengono agite, dando luogo al bisogno di attivarsi fisicamente o a comportamenti aggressivi, che comunque non vanno mai tollerati. Il passaggio alla scuola Primaria è un salto grosso per un bambino, e può essere molto faticoso soprattutto per bambini che sono poco sostenuti nelle autonomie. Suo figlio è autonomo nel vestirsi, lavarsi, dormire, fare i compiti?
Da ciò che scrive sembra che il suo bimbo scelga il contesto scuola per portare la sua provocazione, le sue parti, come dice lei, ancora “infantili”. E’ come se ci fosse una parte di lui che fa una fatica eccessiva nel dover stare in un contesto regolato, che richiede impegno e attenzione, e questa fatica ogni tanto ha bisogno di “esplodere”.
Sarebbe importante capire il perché, ma è impossibile farlo senza un’analisi più approfondita della situazione.
E’ utile, ad esempio, capire come affrontate a casa il resoconto delle sue azioni a scuola.
Come le spiega il bambino? Cosa lo spinge ad alzarsi e disturbare? Cosa gli passa per la testa quando decide di tirare i capelli ad una compagna?
So che è difficile credere che lo stesso bambino possa avere comportamenti così diversi a casa e a scuola, ma il resoconto delle maestre ci parla di come nostro figlio affronta la realtà esterna, e ci permette di aiutarlo, laddove vengano evidenziate fatiche.
Talvolta l’ansia di deludere i genitori, o uno stile educativo troppo repressivo, possono spingere i bambini a portare la loro protesta al di fuori della famiglia. Altre volte questi atteggiamenti possono essere legati al bisogno di essere visti da un’insegnante che fatica a contenere.
Che pensate voi delle maestre? C’è un rapporto di collaborazione basato sulla fiducia?
Vi chiedo questo perché, anche se apertamente non diciamo niente, la nostra sfiducia o il nostro scetticismo rispetto al contesto scuola passa al bambino, in qualche modo viene trasmesso, e, senza volerlo, lo si autorizza ad attaccare quel contesto.
Una collaborazione efficace si basa sulla condivisione di strategie educative e atteggiamenti da tenere per contenere gli agiti di vostro figlio. E’ necessario che il bimbo senta che tra casa e scuola c’è coerenza e alleanza rispetto all’intento di aiutarlo a gestire questa “agitazione”, che talvolta lo spinge a fare cose che non vanno fatte.
E’ fondamentale che riprendiate, anche a casa, il discorso su ciò che succede a scuola, cercando di capire i motivi di tali atteggiamenti, ma ribadendo in modo fermo che certe cose non sono tollerate, e che pertanto prenderete i provvedimenti che adottate quando a casa non rispetta le regole.
E’ impossibile con così pochi elementi fare ipotesi sui motivi del comportamento del vostro bambino; se il contributo dello psicologo dell’ASL non vi convince, vi suggerisco di rivolgervi ad uno psicoterapeuta infantile della vostra zona che, incontrando voi e, successivamente il bambino, potrà fornirvi un consulto adeguato. In bocca al lupo!
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MANUELA ARENELLA, psicologa psicoterapeuta, specializzata in psicologia dell’infanzia e dell’adolescenza a Bologna, già da alcuni anni tiene corsi di formazione per educatori di asili nido e scuole e personale docente, ma anche per genitori, in varie località della Romagna e anche a San Marino.
Svolge attività libero-professionale presso proprio studio a Bellaria (via Conti 37) e a Bologna. Ha rapporti di collaborazione consolidati con i Servizi Educativi di San Marino e con il Centro per le Famiglie di Rimini, organizzando serate a tema per i genitori su diverse tematiche, in particolare sui bisogni dei bambini, le relazioni interfamiliari e il valore delle regole.