Ancora un prezioso contributo sul tema psicologia a misura di bambino, a cura della dottoressa Manuela Arenella, psicologa psicoterapeuta, specializzata in psicologia dell’infanzia e dell’adolescenza. Risponde alle vostre richieste e sollecitazioni (potete utilizzare l’indirizzo mail info@bimbiarimini.it), stavolta a una mamma che chiede aiuto perché il figlio di 10 anni ha un atteggiamento di sfida verso i genitori, specie il padre, alle prese con una malattia
DOMANDA
Gentilissima dottoressa, sono la mamma di un bambino di 10 anni. Mio figlio è sempre stato un bambino difficile da gestire, ma è da un paio di anni che la situazione è peggiorata. Non ascolta e mi sfida in tutto. Faccio una piccola premessa che forse potrebbe servirle per formulare la sua risposta: mio marito ha problemi di salute seri e non riesce a educare suo figlio per come dovrebbe. Mio figlio avendo capito le debolezze del padre lo usa per ottenere ciò che vuole e, se minimamente il padre si oppone, lui lo riempie di brutte parole e ancor peggio lo sfida fisicamente. Con me ci prova a fare la stessa cosa, ma ovviamente non trova riscontro. Sono avvilita, non so più cosa fare. La prego mi aiuti, temo che mio figlio nasconda dietro questo suo comportamento un enorme disagio. La ringrazio anticipatamente. E
RISPONDE DOTT.SSA MANUELA ARENELLA
Gentile E., la preadolescenza è un’età complessa, in cui possono aumentare i conflitti, poiché i ragazzi sono portati a nuove richieste di autonomia, alla necessità di sperimentare la propria autorevolezza ed ampliare i propri ambiti di libertà.
Per contro, è necessario che i genitori si mantengano ancora più saldi e fermi su cosa è consentito e cosa no, condividendo con il figlio dei patti, che al tempo stesso lo contengano e lo coinvolgano in una assunzione di responsabilità.
Ciò, comunque, non ha niente a che fare con la mancanza di rispetto o la violenza fisica o verbale.
Dice che l’intensificarsi delle sfide risale a due anni fa. Mi chiedo se può essere coinciso con l’esordio della malattia di suo marito….
Sicuramente la malattia non permette a suo marito di esercitare pienamente la sua funzione genitoriale, mantenendo la fermezza necessaria a vincere le sfide e mantenersi nella posizione di riferimento, ma mai e poi mai bisogna permettere a suo figlio di adottare certi atteggiamenti.
Va fermato con punizioni esemplari, che lo tocchino sul vivo e gli permettano di sperimentare anche la sofferenza legata alla malattia del babbo, e alimentino la capacità di empatia.
A volte i figli trasformano in rabbia la sofferenza che provano nel vedere un genitore ammalato, da cui, in qualche modo, ci si sente “abbandonati”. Può provare a verbalizzare a suo figlio queste sensazioni, può restituirgli che capisce quanta sofferenza e quanta rabbia prova per la situazione che vive, ma siete una famiglia e, nelle situazioni di bisogno ci si allea, non si colpiscono ulteriormente le parti fragili!
Approfittarsi delle debolezze degli altri è da vigliacchi.
Credo sia necessario intervenire in modo fermo e deciso, comunicando che lo capite, che si può parlare della fatica che fa, ma certi comportamenti non possono essere più tollerati.
Il rischio è che la sofferenza venga coperta con un cinismo difensivo che impedirà a suo figlio di provare empatia, e quindi potersi dare relazioni positive e piene.
Data la complessità della situazione le consiglierei comunque di rivolgersi ad uno psicoterapeuta infantile (possibilmente uomo, per il caso in questione) della sua zona, che possa sostenere anche lei nel difficile compito di arginare le sfide di un preadolescente, dovendo al contempo gestire la delicata situazione di salute di suo marito. Non aspetti troppo. In bocca al lupo.
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MANUELA ARENELLA, psicologa psicoterapeuta, specializzata in psicologia dell’infanzia e dell’adolescenza a Bologna, già da alcuni anni tiene corsi di formazione per educatori di asili nido e scuole e personale docente, ma anche per genitori, in varie località della Romagna e anche a San Marino.
Svolge attività libero-professionale presso proprio studio a Bellaria (via Conti 37) e a Bologna. Ha rapporti di collaborazione consolidati con i Servizi Educativi di San Marino e con il Centro per le Famiglie di Rimini, organizzando serate a tema per i genitori su diverse tematiche, in particolare sui bisogni dei bambini, le relazioni interfamiliari e il valore delle regole.