Ancora un prezioso contributo sul tema psicologia a misura di bambino, a cura della dottoressa Manuela Arenella, psicologa psicoterapeuta, specializzata in psicoterapia dell’infanzia e dell’adolescenza. Risponde alle vostre richieste e sollecitazioni (potete utilizzare l’indirizzo mail info@bimbiarimini.it), in questo caso a una mamma che chiede consiglio perché alle prese con i comportamenti capricciosi della figlioletta di 3 anni, che sempre più spesso “sembra disconnettersi dalla realtà”
DOMANDA
Dottoressa, sono una mamma di due bambine di 5 e 3 anni. La prima è molto tranquilla mentre la seconda passa da momenti di assoluta tranquillità a momenti di capricci pazzeschi. Sembra si disconnetta dalla realtà… Si sveglia e già al mattino è tutto un no. Lavorando, mi affido molto alle nonne le quali, giustamente, per non far polemica assecondano molte sue richieste. Il problema nasce quando io a casa mi oppongo alle continue richieste della piccola. La cambio e non le va bene nulla di quello che le metto, viaggia scoperta per casa senza volersi far prendere e vestire. E’ un continuo no per tutto. Dobbiamo uscire e fa altri capricci. Non so più come prenderla. Sicuramente sbagliamo, io e mio marito, a non essere molto uniti. La piccola punta su questo, io la sgrido, e mio marito giustifica spesso il capriccio. La bimba, quando parte per la tangente, non è in grado neanche di ascoltare quello che le dico, come dicevo prima, si disconnette. Dovrei lavorare di più sulle punizioni. Queste situazioni mi affliggono, sono veramente dispiaciuta nel vedere la bimba avere questi alti e bassi. Mi dia un consiglio, grazie. E.
RISPONDE DOTT.SSA MANUELA ARENELLA
Gentile E., per comprendere meglio la situazione, come sempre, mi sarebbe utile approfondire alcuni aspetti: in che occasioni si verifica il passaggio dalla “assoluta tranquillità” ai capricci pazzeschi? Può trovare aspetti comuni, situazioni particolari o eventi precisi che scatenano il capriccio? La sua bambina fa così da sempre? E cosa intende per “disconnessa dalla realtà”?
Da ciò che descrive si può ipotizzare che la sua bimba stia facendo molta fatica ad uscire dall’onnipotenza infantile, a conquistare la capacità di tollerare le attese, le frustrazioni, i limiti e i no della realtà.
Queste capacità sono fondamentali per poter entrare in relazione con la realtà che ci circonda, con gli altri, e per poter sperimentare i genitori come punti di riferimento, capaci di proteggerci.
Se un genitore si spaventa e si lascia “manipolare” dagli eccessi di rabbia di un bambino, come farà a mantenersi, ai suoi occhi, degno di rispetto??
Ci sono diversi articoli scritti in precedenza che approfondiscono l’argomento.
Da quello che lei scrive, tuttavia, mi sembra di intuire che abbia già chiaro quali siano i nodi problematici e anche le possibili soluzioni.
Per far fronte agli eccessi di rabbia è necessario creare un clima chiaro e coerente, innanzitutto all’interno della coppia genitoriale; è importante stabilire poche regole, ma chiare, che vengano sostenute sia dalla mamma che dal papà.
Stabilite le regole, è importante chiarire e condividere anche le conseguenze, e cercare di farle rispettare.
Le sfide lanciate dai bambini dovrebbero essere smorzate da adulti che trasformano in “gioco” condiviso i doveri, empatizzando con le fatiche, ma ribadendo ciò che va fatto.
L’elemento chiave è la coerenza, tra i due genitori (si possono avere approcci diversi, ma ribadendo la stessa cosa) e tra ciò che si dice e ciò che si fa.
Nel momento in cui si scatena un capriccio è inutile cercare di farsi ascoltare, poiché il bambino è totalmente immerso nella rabbia. Se picchia o distrugge cose è bene fermarlo fisicamente, in un contenimento fermo, saldo, che lo aiuta a contenere quell’eccesso di carica. Altrimenti lasciate sfogare il capriccio, verbalizzando che” capite la sua rabbia, ma questa cosa proprio non si può fare”.
Cercate di ignorare il comportamento plateale, solo quando si sarà esaurita la carica aggressiva sarà possibile parlarne.
Tutto questo in linea teorica.
Nella pratica, la prima cosa da capire è come mai non riuscite ad esercitare il vostro ruolo genitoriale, soprattutto per quel che concerne il far sì che la vostra bambina si fidi di voi e vi ascolti.
Cosa vi impedisce di essere autorevoli e di farvi ascoltare da una bimba di 3 anni? Credo sia importante per voi genitori ragionare in modo condiviso su questo aspetto, poiché l’autorevolezza e l’affidabilità che costruite adesso sono risorse che vi ritroverete anche in futuro, quando, in adolescenza il vostro ruolo sarà veramente e profondamente sfidato.
A tal fine, qualora non riusciste da soli ad affrontare questi nodi, vi consiglierei di consultarvi con uno psicologo. Buon lavoro!
MANUELA ARENELLA, psicologa psicoterapeuta, specializzata in psicoterapia dell’infanzia e dell’adolescenza a Bologna, già da alcuni anni tiene corsi di formazione per educatori di asili nido e scuole e personale docente, ma anche per genitori, in varie località della Romagna e anche a San Marino.
Svolge attività libero-professionale presso proprio studio a Bellaria (via Conti 37, tel. 339 4478246) e a Bologna. Ha rapporti di collaborazione consolidati con i Servizi Educativi di San Marino e con il Centro per le Famiglie di Rimini, organizzando serate a tema per i genitori su diverse tematiche, in particolare sui bisogni dei bambini, le relazioni interfamiliari il valore delle regole.