Ancora un prezioso contributo sul tema psicologia a misura di bambino, a cura della dottoressa Manuela Arenella, psicologa psicoterapeuta, specializzata in psicologia dell’infanzia e dell’adolescenza. Risponde alle vostre richieste e sollecitazioni (potete utilizzare l’indirizzo mail info@bimbiarimini.it), stavolta a un papà in difficoltà di fronte ai dubbi e insicurezze della figlia di 7 anni relativi ai propri sentimenti
DOMANDA
Salve Dottoressa, le scrivo a proposito di mia figlia di 7 anni e dei suoi dubbi ed insicurezze relative ai propri sentimenti. Il problema ha iniziato a palesarsi circa 6 mesi fa, quando mentre la stavo riaccompagnando a casa, la bambina mi chiede: “Papà, io non lo so se voglio bene a te e alla mamma. Come faccio a saperlo?”. Io le risposi che era una cosa che doveva sentire; che se si diverte quando sta con noi, se fosse dispiaciuta se non fossimo più con lei ecc… allora avrebbe significato che ci voleva bene. Nonostante questo continuava a porsi il problema dicendo che, ad esempio, non sapeva se le sarebbe dispiaciuto o avrebbe pianto per una nostra assenza. Insieme a queste considerazioni però manifestava anche dispiacere piangendo perché aveva paura di far rimanere male me e la mamma. Io le dicevo che anche questo suo dispiacersi per noi dimostrava che ci voleva bene, ma ha continuato a dubitare del proprio voler bene.
Dopo quell’episodio saltuariamente il problema ha continuato a riemergere in relazione a me o al fratellino di 5 anni o alla mamma o ai nonni, io e mia moglie abbiamo sempre cercato di reagire positivamente anche se alla lunga devo dire che un po’ di scoraggiamento è emerso: sapere che la propria figlia “non sa” se ci vuole bene o “non sa” se sarebbe dispiaciuta se noi non ci fossimo, beh, può far stare male.
La questione non si è sopita perché recentemente, di fronte al rischio di un incidente dei nonni, la bimba mi dice: “Papà, io non so se volevo o no che i nonni morissero: non so se gli voglio bene” e giù a piangere, a chiedermi se ero arrabbiato ecc…e infine a dirmi nuovamente che non sapeva se mi voleva bene. Per metterla alle strette e per dimostrarle che in effetti me ne voleva gli ho detto seriamente che, se lei non mi voleva bene, sarei andato via di casa e mi sarei fatto una nuova famiglia con una nuova bimba che mi avrebbe voluto bene, al che lei è scoppiata a piangere dicendo che ero il suo papà e che non potevo avere un’altra famiglia e un’altra bimba perché la mia bimba è solo lei. Di fronte al suo pianto le ho detto che era tutto uno scherzo per farle capire con la sua reazione che in effetti mi voleva bene e che le sarebbe dispiaciuto se non fossi più con lei. Sembrava che l’esperimento fosse riuscito ma lei continua ad essere insicura e a cercare conferme del suo voler bene. Inoltre la mia bambina nel suo modo di porsi si dimostra verbalmente insicura accompagnando tutte le sue affermazioni con l’uso del condizionale o con parole tipo “mi sembra, “forse”, “non lo so”, e concludendo i suoi ragionamenti spesso con “va beh, lasciamo perdere”. La pregherei di darmi qualche suggerimento perché mi trovo in forte difficoltà (emotiva). Grazie, R.
RISPONDE DOTT.SSA MANUELA ARENELLA
Gentile R., da ciò che descrive si può ipotizzare che la sua bimba abbia una fragilità a livello del senso di sé, dell’autostima, che la porta a non “sentirsi”, a non fidarsi di sé e delle sue emozioni.
In questi casi vale a poco la spiegazione logica, razionale, e ancora meno effetto fanno le minacce di abbandono, che, anzi, aumentano il problema.
Di solito i bimbi che manifestano questo tipo di insicurezze, in realtà si sentono insicuri rispetto all’amore e alla presenza dei genitori. Ciò che li angoscia è il dubitare che mamma e papà li amino così come sono, la paura che potrebbero essere in qualche modo“abbandonati”.
Può esserci stato uno stile educativo che ha più volte paventato l’ipotesi di non volerle bene o di poterci non essere più, se la bimba si comportava in un determinato modo?
E’ difficile, senza conoscere a fondo la situazione, risalire a quali comportamenti o atteggiamenti di voi genitori possano avere (ovviamente senza volerlo!) amplificato questa insicurezza.
Non fatevi scoraggiare, anche questa manifestazione è un “messaggio”, una richiesta di aiuto, che ha bisogno di genitori “solidi”, presenti nell’affrontare il problema e dare risposte contenitive, sicure.
Ciò che può fare adesso, di fronte ai dubbi di sua figlia, è rassicurarla affermando “io sono sicuro che mi vuoi bene, perché lo sento il tuo amore”. Idem per la mamma e i nonni.
Cercate di contenere i suoi dubbi dimostrandovi certi del suo affetto per voi, ma, soprattutto, confermatele il vostro amore assoluto e incondizionato.
Nonostante i dubbi del momento, i bambini devono sentire che i genitori li amano sempre e comunque, anche quando non sono “bravi”, o non ci gratificano, o si arrabbiano e si oppongono.
Mamma e papà hanno un amore che non finisce mai e ci saranno sempre, qualunque cosa tu possa fare o pensare.
Per quanto riguarda il nutrire l’autostima e il senso di sé, troverà sul sito diversi articoli sull’argomento, scritti in precedenza.
Se nonostante questi accorgimenti il problema si presentasse ancora, vi suggerirei di approfondire la situazione con uno psicoterapeuta infantile della vostra zona, in modo da chiarire le dinamiche che, inconsapevolmente, alimentano questa insicurezza, e porvi rimedio. Mi faccia sapere!
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MANUELA ARENELLA, psicologa psicoterapeuta, specializzata in psicologia dell’infanzia e dell’adolescenza a Bologna, già da alcuni anni tiene corsi di formazione per educatori di asili nido e scuole e personale docente, ma anche per genitori, in varie località della Romagna e anche a San Marino.
Svolge attività libero-professionale presso proprio studio a Bellaria (via Conti 37) e a Bologna. Ha rapporti di collaborazione consolidati con i Servizi Educativi di San Marino e con il Centro per le Famiglie di Rimini, organizzando serate a tema per i genitori su diverse tematiche, in particolare sui bisogni dei bambini, le relazioni interfamiliari e il valore delle regole.